Nella seduta di Consiglio Comunale del 9 ottobre Europa Verde ha presentato una articolata Interrogazione sul Piano Investimenti 2024-2030 Acqualatina. Il Consigliere Gabriele Subiaco ha ripercorso brevemente gli ultimi accadimenti riguardo al tema oggetto della Interrogazione ricordando l’elezione dei tre nuovi componenti dell’ufficio di presidenza del Egato 4 Latina, il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei Sindaci evidenziando un cambiamento di indirizzo politico al quale ha contribuito con il suo voto anche il Sindaco di Terracina. Inoltre il Consigliere ha ricordato che nella Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti del EGATO 4 del 2 luglio scorso, i vertici di Acqualatina hanno presentato il nuovo piano industriale 2024-2030, in base al quale, il socio privato Italgas (subentrato nei mesi scorsi a Veolia) per mezzo della partecipata al 100% Nepta intenderebbe adottare un piano di investimenti di 351 milioni di euro per i prossimi sei anni per ridurre le perdite idriche, visto che la provincia di Latina risulta maglia nera in Italia con perdite del 75,18%. Inoltre, nel corso della Conferenza è stata confermata (con molti Sindaci pontini schierati contro) la previsione di un aumento delle tariffe del 10% per i prossimi 4 anni, per tener conto sia del nuovo calcolo delle tariffe introdotto dall’Arera (Autorità nazionale di Regolamentazione) che del nuovo Piano di investimenti. Lo scorso 10 luglio la Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia approvava all’unanimità, con un astenuto, una delibera con due disposizioni: l’applicazione di un incremento del moltiplicatore tariffario massimo del 3,5% annuo per i prossimi 5 anni, sostanzialmente recependo solo l’aumento dovuto alla modifica del metodo tariffario ARERA ma non l’incremento dovuto al Nuovo Piano di investimenti e il differimento al 31/10/2024 della data entro cui adempiere alle disposizioni regolatorie, e approvare un nuovo piano di investimenti sostenibile. Nei mesi scorsi anche le Associazioni dei Consumatori hanno evidenziato sulla stampa la gravità della situazione, preoccupate dell’incidenza sulle tariffe e quindi sui cittadini e le imprese del nuovo piano di investimenti da 351 milioni di euro.
“L’interrogazione poneva sostanzialmente due questioni, la prima, quella di capire cosa prevedessero per Terracina, in termini di investimenti e risorse, il nuovo Piano degli Investimenti di Acqualatina ed il PNRR, che pur essendo per dimensioni il terzo Comune della Provincia ed avendo un peso rilevante all’interno della Egato4, in questi anni non ha visto di certo, a differenza di altri Comuni, una grande attenzione” afferma il Consigliere di Europa Verde Terracina, Gabriele Subiaco.
“La seconda questione è quella di chi finanzierà questo Piano “monstre”, dal momento che non è pensabile che lo stesso possa essere finanziato con le tariffe, con bollette già tra le più care d’Italia, quando le tariffe hanno sostenuto già gli investimenti di centinaia di milioni di euro di questi anni, che sono risultati comunque insufficienti e non hanno migliorato la qualità della rete ed in particolare la disastrosa dispersione idrica, per la quale siamo maglia nera a livello nazionale, pur a fronte di utili molto consistenti registrati in questi anni da parte del gestore idrico, che ha preferito in questi anni salvare gli utili e remunerare gli azionisti scaricando gli investimenti, del tutto insufficienti, esclusivamente sulle spalle dei cittadini. Dalle risposte avute in Aula dall’Assessore e Vicesindaco De Felice nel consiglio comunale del 9 Ottobre, abbiamo capito che gli interventi e le risorse destinate a Terracina, dal nuovo Piano e dal PNRR, continuano ad essere non certo molte e che il nuovo Piano degli investimenti, con il quale il gestore pensa di portate la dispersione idrica dal 75% attuale al 28% (fantascienza !!), non potrà che prevedere, quasi ineluttabilmente, un incremento delle tariffe. Si è completamente glissato invece riguardo alla posizione che il Sindaco (o il suo delegato) assumerà nella importantissima Conferenza decisoria dei Sindaci e dei Presidenti del EGATO4 del prossimo 31 Ottobre”.
“Ora – continua – dai Rapporti Informativi di Acqualatina sono molte le criticità rilevanti del Sistema Idrico Integrato dell’Ente di governo dell’ambito territoriale ottimale (EGATO 4 Latina) che riguardano: consumi idrici, dispersione della rete, guasti e disservizi, popolazione servita da rete fognaria, qualità della depurazione, livello degli investimenti, tariffe e morosità. In particolare la nostra città rileva ancora carenze significative nella copertura della rete idrica e fognaria in molte zone e nelle periferie come la zona di Camposoriano, Casaletti e Piazza Palatina, la costa di levante per il completamento della rete fognaria da Torre Gregoriana a foce Canneto ed il collegamento alla rete fognaria dei campeggi, il potenziamento e l’adeguamento del depuratore di B. Hermada oramai insufficiente. Mentre, come testimonia il dato della dispersione idrica, la situazione di degrado della rete è grave, con la necessità di continui interventi in emergenza per mettere toppe ad una rete, ridotta oramai ad un colabrodo e con tariffe che hanno subito un incremento 2014-2020 quasi del 22%, continuando a pesare sulle famiglie e sulle imprese, a fronte di investimenti scarsi, nonostante, in questi anni, Acqualatina abbia continuato a far registrare utili netti rilevanti.
Alla luce delle criticità e degli enormi investimenti che sarebbero necessari per risanare la rete idrica e fognaria – conclude il consigliere – ci si dovrebbe chiedere, dal punto di vista politico, se il modello attuale di gestione del servizio idrico integrato basato sul EGATO, con i comuni che detengono il 51% e la società privata il 49%, è ancora quello efficace per gestire questo servizio, a maggior ragione in un quadro di riferimento caratterizzato da siccità e crisi idrica che è destinata purtroppo ad aggravarsi nei prossimi anni a causa dei cambiamenti climatici. Un tema su cui la politica deve cominciare ad interrogarsi seriamente facendo un bilancio di questi anni ed in vista del 2032 quando la Convenzione con Acqualatina scadrà. Ritengo che a riguardo, andrebbe ripreso l’indirizzo espresso dal referendum sull’acqua del 2011 e fedelmente riportato nella legge regionale n. 5 del 4 Aprile 2014, con una gestione dell’acqua (bene comune naturale e diritto umano universale) completamente pubblica, attraverso società gestite dallo stato o dalle regioni che la garanzia di reinvestire gli utili nella sviluppo e nella manutenzione della rete invece che convertirli in dividendi per gli azionisti come avviene oggi, con le reti che diventano sempre più dei colabrodi inservibili”.