Roma – «In un momento di incertezza per il PNRR, legata alla necessità di accelerarne l’attuazione, emerge un aspetto ancora più delicato. La Pubblica amministrazione, da protagonista nel realizzare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, vede perdere molte professionalità a causa delle dimissioni volontarie. L’abbandono del ‘posto sicuro’ è figlio della pandemia ed è accompagnato dal sempre meno scarso appeal del lavoro pubblico.
Questo deficit di capitale umano va capito e affrontato nel più breve tempo possibile: la PA oggi appare sguarnita anche per procedure di reclutamento molto arretrate, ed è questo il momento di rinnovarle. La nuova pubblica amministrazione a misura di PNRR va resa subito operativa e per far questo occorre sperimentare nuove modalità di selezione, meno generaliste, più specializzate, che comprendano incentivi. Gli ultimi reclutamenti sono figli dell’emergenza, una modalità che va superata, come va superato il pregiudizio verso l’impiego pubblico, che in Italia (con il 5,3% in rapporto agli abitanti) ha una quota molto bassa rispetto alla media Ocse del 18%.
Senza nuova linfa diventa difficile accelerare l’attuazione del PNRR, tanto meno una sua complicata revisione: abbiamo assegnata la quota di risorse più alta, l’Italia ha il dovere di innovare il più possibile, con una partnership pubblico-privato non legata all’emergenza, ma strutturale». Lo dichiarano Davide D’Arcangelo, vice presidente Impatta e Stefano Di Palma (direttore Ecoter, Istituto di ricerca e progettazione economica e territoriale).