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Pubblica sui social slogan di “Lotta Continua”, mozione di censura per il consigliere Pd Massimi

Sabaudia - I consiglieri di maggioranza Giovanni Pietro Fogli, Rossella Garrisi e Davide Gallucci hanno presentato la mozione

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Incurante dei principi di democrazia, il consigliere Giancarlo Massimi richiama il movimento “Lotta Continua”, scatenando polemiche in città che scuotono il Consiglio comunale di Sabaudia. I consiglieri di maggioranza Giovanni Pietro Fogli, Rossella Garrisi e Davide Gallucci hanno presentato una mozione di censura, accusando Massimi di aver pubblicato contenuti sui social media che evocano simboli e slogan legati a un passato di estremismo e violenza.

“Lotta Continua” si è caratterizzato come un movimento extraparlamentare di estrema sinistra, noto negli anni ’60-’70, per la sua presenza nel mondo dell’antagonismo e per aver favorito l’adesione di alcuni membri alla galassia del terrorismo, come le Brigate Rosse e i Nuclei Armati Proletari. I gruppi, la storia lo insegna, hanno funestato il nostro Paese con attentati e gravi azioni omicidiarie, tra cui il vile assassinio del commissario di Polizia Luigi Calabresi.

L’iniziativa dei consiglieri non è solo una questione di immagine, ma una ferma presa di posizione contro comportamenti che minano le fondamenta della democrazia. I firmatari della mozione denunciano come tali pubblicazioni compromettano la reputazione delle Istituzioni e il rispetto che i cittadini devono a chi li rappresenta. Nella mozione viene chiesto al Presidente del Consiglio comunale di rendersi portavoce, censurando e diffidando il consigliere Giancarlo Massimi a rimuovere i post estremisti, evidenziando che il contenuto di tali pubblicazioni non è conforme al ruolo istituzionale che riveste.

La mozione di censura sarà discussa nella prossima Assise, la cui data ancora non è stata fissata, e rappresenterà un momento cruciale per riaffermare l’impegno a favore dei valori democratici e valutare il comportamento di un rappresentante pubblico, che alla luce dei fatti, ha una condotta, come detto, non idonea al ruolo istituzionale che ricopre.

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