Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e l’assessore all’Agricoltura, alla Caccia e alla Pesca, Giancarlo Righini, hanno incontrato gli agricoltori della Coldiretti, in protesta davanti la sede regionale a causa della fauna selvatica che sta devastando i loro terreni.
Il presidente Rocca e l’assessore Righini hanno rassicurato i referenti dell’associazione di categoria, rendendo nota la decisione della Giunta con cui si dà mandato alle Direzioni competenti, in particolare l’Agricoltura e la Salute, di predisporre l’aggiornamento delle “Linee di indirizzo del Piano regionale interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nel territorio regionale”.
«La Giunta regionale ha approvato un Piano per il contenimento della peste suina africana, grazie allo straordinario lavoro di squadra con l’assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini. Abbiamo dato quella risposta che i nostri agricoltori attendevano da anni: una maggiore attenzione a chi lavora la terra, a chi porta sulle tavole beni preziosi come i prodotti del nostro territorio. È un segnale di attenzione ai professionisti di questo settore chiave per l’economia regionale. La nostra Giunta sarà sempre vicina a questo mondo. Lo dico senza retorica, ma con quell’attenzione che merita il comparto agricolo, vera e propria ricchezza e bellezza del nostro territorio», ha dichiarato il presidente Rocca.
«Questa misura ha l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio biologico dell’ecosistema, in quanto la presenza di cinghiali lo aveva scompensato in maniera letale creando gravi conseguenze. I danni da fauna selvatica sono oramai incalcolabili e i dati sono allarmanti. Con questo provvedimento ribadiamo, quindi, l’ascolto e l’impegno a tutela degli interessi degli agricoltori, dando loro la facoltà di usare gli strumenti di contenimento indispensabili per la salvaguardia delle loro produzioni», ha spiegato l’assessore Righini.
Nello specifico la decisione della Giunta regionale, oltre ad acquisire l’aggiornamento del Piano straordinario regionale per le aree non infette e limitatamente alla specie cinghiale (decreto ministeriale del 13 giugno 2023), riconosce l’importante ruolo delle aziende del settore agricolo e delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, attivando le misure volte a favorire un loro maggiore coinvolgimento, sia nel momento della segnalazione sia direttamente nella fase di attuazione del Piano regionale degli interventi urgenti.
La Regione Lazio definisce, altresì, le modalità di valorizzazione della filiera per la commercializzazione delle carni di cinghiale, quale risorsa del territorio, attraverso la promozione legata ai marchi di qualità regionale.
Inoltre, il piano è attuato, a eccezione di quanto previsto nelle aree naturali protette, sia con il prelievo venatorio sia con gli interventi di controllo e di contenimento senza restrizioni, insieme con le tecniche innovative.
La Direzione regionale dell’Agricoltura stabilirà, viste le indicazioni del piano straordinario, gli obiettivi minimi annuali ripartiti sul territorio e, nel corso dello svolgimento delle attività, valuterà i risultati raggiunti e le modalità di implementazione e diminuzione degli stessi.
A tal proposito, la Direzione competente assegnerà gli obiettivi ai singoli Ambiti territoriali di caccia (Atc), i quali saranno obbligati a presentare un piano di intervento per il territorio di competenza, al pari degli istituti faunistici a gestione privata della caccia: dalle aziende faunistico venatorie alle aziende agrituristico venatorie fino alle zone addestramento cani.
Nelle aree protette regionali gli interventi di controllo sono attuati direttamente dagli enti gestori, mentre i Comuni e i Municipi di Roma Capitale possono chiedere di attuare gli stessi provvedimenti nelle loro aree urbane, fermo restando la possibilità per i sindaci di emanare ordinanze contingibili e urgenti per la salvaguardia della pubblica incolumità.
Infine, le imprese agricole, attraverso le associazioni di categoria maggiormente rappresentative, potranno sollecitare l’intervento dei soggetti attuatori dei Piani, così come i cittadini avranno la possibilità di segnalare la presenza di cinghiali alla Regione Lazio, al Gruppo operativo territoriale (Got) locale di riferimento e alle forze dell’ordine in caso di inadempienza dei soggetti attuatori.
Con l’aggiornamento del Piano regionale degli interventi urgenti (Priu) si consolida la collaborazione con le organizzazioni professionali agricole e si definisce un sistema idoneo per la denuncia dei danni, grazie al lavoro di coordinamento tra i diversi soggetti preposti al risarcimento, al fine di raggiungere una omogeneità sui criteri di rilevamento, quantificazione e rimborso.
La Giunta Regionale del Lazio ha approvato le linee di indirizzo per l’aggiornamento del Piano regionale Interventi Urgenti per lagestione, il controllo, l’eradicazione della peste suina africana nel territorio regionale, quale Piano Straordinario Regionale per le aree non infette, limitatamente alla specie cinghiale.
«Con tale importante provvedimento si conferma la volontà del Governo Regionale del Lazio di mantenere alta l’attenzione su un fenomeno sempre più evidente nelle varie aree della nostra regione e che rischia di assumere una dimensione rispetto alla quale le varie soluzioni da assumere potrebbero presentarsi sempre meno efficaci e risolutive», dichiara l’assessore all’Urbanistica, alle Politiche abitative, alle Case popolari e alle Politiche del mare della Regione Lazio, Pasquale Ciacciarelli.
«Per tale ragione abbiamo provveduto a deliberare le linee di indirizzo per l’aggiornamento del Piano regionale Interventi Urgenti per la gestione, il controllo, l’eradicazione della peste suina africana nel territorio regionale, Piano che, integrando le prescrizioni di quello straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, si riferisce alle zone non infette, limitatamente alla specie cinghiale.Tale strumento in particolare prevede lo sviluppo di un’attività di prelievo venatorio, svolta in conformità a determinate modalità e tecniche definite in un apposito calendario nazionale e con il coinvolgimento di una pluralità di soggetti pubblici e privati quali, tra i tanti, militari, Carabinieri forestali, guardiaparco e dipendenti regionali, società private, cacciatori, proprietari e conduttori dei fondi, bioregolatori, veterinari», continua l’Assessore.
«Si pone inoltre una particolare attenzione alla prevenzione della diffusione dei cinghiali in aree urbane attraverso azioni informative, di contrasto alle pratiche illecite di foraggiamento degli ungulati, mediante un maggiore coinvolgimento dei corpi di polizia locale e provinciale, di svuotamento dei cestini e dei cassonetti nelle aree verdi.
Ritengo che quanto deliberato in giunta costituisca un primo passo verso una proficua azione di concertazione istituzionale propedeutica alla corretta e funzionale prevenzione di un fenomeno che rischia di generare ingenti danni e pericoli per i cittadini del Lazio.
Ringrazio il Presidente Rocca, l’assessore Righini e la Giunta per aver portato avanti tale importante provvedimento», conclude l’assessore Ciacciarelli.