Regione Lazio, tregua per votare il documento di economia e finanza. Disgelo FdI-Fi, non intesa

Venerdì consiglio regionale sul Dpefr, ma il giorno precedente Trancassini potrebbe riunire gli alleati e annunciare la chiusura della crisi

Venerdì in Consiglio regionale è prevista una tregua tra Forza Italia ed il resto della maggioranza: obiettivo votare il documento di programmazione economico-finanziaria. Anche perché a metà del mese va consegnato alla Corte dei Conti per la parifica dei giudici contabili del Lazio. Per il resto gli ultimi giorni sono stati vissuti sulle montagne russe dalla maggioranza del presidente Francesco Rocca, tra l’intervista di Paolo Trancassini, coordinatore meloniano, che ha richiamato al rispetto degli equilibri tra forze politiche che non sono cambiati dal voto ad oggi, al di là della campagna acquisti che ha portato il gruppo consiliare azzurro dai 3 eletti iniziali ad una pattuglia attuale di 7 consiglieri.

Immediata la replica del capogruppo regionale forzista Giorgio Simeoni che ha fatto balenare l’ipotesi di un appoggio esterno, con ritiro delle delegazione in giunta, composta dai due assessori Schiboni e Regimenti. Poi il “disgelo” lunedì in occasione di una manifestazione nella capitale dopo una chiacchierata fra Trancassini e Simeoni. “Entro questa settimana si chiude”. Ha commentato fiducioso il coordinatore di FdI, intervistato dall’agenzia Dire, dando ad intendere che siamo alla coda della crisi che da tre mesi agita la vita della maggioranza di centrodestra che sostiene la Giunta Rocca. “Conto a breve di fare una riunione con i coordinatori regionali dei partiti del centrodestra”, ha scandito Trancassini riferendosi secondo i retroscenisti alla giornata di giovedì 10 ottobre. Si dovrebbe ripartire dal trasferimento delle deleghe ad Urbanistica e Cinema a Forza Italia, mentre Protezione Civile dal presidente verrebbe ceduta alla Lega per “risarcirla” della perdita della competenza più pesante. Lo schema sul quale si lavorava era, insomma, di sottrarre l’Urbanistica al leghista Pasquale Ciacciarelli, girarla a Schiboni (che attualmente ha l’Università): quest’ultimo avrebbe poi lasciato il posto in esecutivo, per essere sostituito dal coordinatore di FI Latina, Alessandro Calvi. Ma la soluzione va stretta al gruppo azzurro alla Pisana ed al coordinatore regionale Claudio Fazzone

Il 10 ottobre, vigilia di Consiglio, potrebbe essere la giornata decisiva

Un segnale di distensione che sembra portare alla chiusura della vicenda: “In questo convegno con Giorgio abbiamo parlato di strategie e futuro. E’ la fotografia dello stato dell’arte: c’è un centrodestra unito, che lavora e si dà degli obiettivi- ha spiegato Trancassini dall’evento romano – Ci sono posizioni che non coincidono e stiamo lavorando per farle coincidere ma non c’è nessuno strappo”. “Insieme ad alcune deleghe daremo a Forza Italia anche quella alla provincia di Rieti”, ha chiuso Trancassini con una battuta a Simeoni secondo quanto riferisce sempre l’agenzia Dire. Anche Simeoni ha pronunciato frasi di disgelo: “Con Paolo il nostro rapporto è prima di amicizia e poi politico. Queste cose, tanto più nella politica, fanno tanto bene e si può fare molto. In questa coalizione abbiamo tutto in comune da sempre, non litighiamo mai, ci troviamo bene in tutto e per tutto. Assistiamo un po’ e riandremo avanti”. Ha detto il capogruppo forzista sempre a margine dell’evento nella capitale. Lunedì ha fatto sentire la sua voce anche il presidente Rocca nella veste del “pompiere” a margine dell’iniziale scambio Trancassini-Simeoni (parlando durante la presentazione di un nuovo macchinario alla casa di cura Nuova Villa Claudia): “Siamo tutti uniti, non ci sono divisioni dentro un programma elettorale che abbiamo condiviso e stiamo portando avanti”.

Noi Moderati: urge stabilità. Il voto unanime in Commissione Bilancio

Peraltro domenica Marco Di Stefano, commissario di Noi Moderati per il Lazio aveva ritenuto opportuno precisare: “Nella mia lunga esperienza ho vissuto tante crisi politiche, e proprio in virtù di questo posso dire che l’evoluzione che sta prendendo la crisi della Regione Lazio inizia a non piacermi affatto. Questa situazione non giova a nessuno – ha proseguito – né ai partiti, né al Presidente Rocca, né ancor meno, ai nostri concittadini, che dalla Regione attendono risposte su problemi importanti come quello della sanità. Solo pochi giorni fa ho ascoltato le parole del presidente Rocca in conferenza stampa, quando ha presentato il grande lavoro portato avanti in questo settore da quando si è insediato alla guida della Regione: adesso è il momento di raccogliere i risultati di tutto quello che si è fatto per recuperare i disastri del passato; ognuno di noi deve assumersi le proprie responsabilità e cercare di trovare una via d’uscita a quanto sta accadendo, perché il nostro ruolo di amministratori è quello di dare risposte alla gente e di aiutarla a vivere meglio”. Una politica che “non riesce a risolvere i suoi problemi non può avere l’ambizione di risolvere quelli certamente più importanti dei cittadini, delle imprese, dei malati del Lazio. Ora si torni ai vecchi metodi, il partito di maggioranza relativa prenda in mano la situazione ed avvii un tavolo permanente con la coalizione fino alla risoluzione della crisi politica, senza se e senza ma. Con un unico obiettivo: consentire al governatore Rocca stabilità e serenità per raccogliere i frutti dell’ottimo lavoro avviato”, ha concluso Di Stefano. Peraltro va ricordato che il Collegato al Bilancio il primo ottobre scorso è stato approvato in Commissione con un voto unanime che conferma – secondo il il centrodestra, “la coesione della nostra maggioranza davanti a provvedimenti di assoluta importanza”. 

L’opposizione: vediamo se Rocca sarà in aula o continuerà a scappare

L’opposizione tuttavia la vede diversamente. Mario Ciarla (Pd), Marietta Tidei (Iv), Adriano Zuccalà (M5s), Alessio D’Amato (Azione) Claudio Marotta (Avs) e Alessandra Zeppieri (Polo progressista) hanno scritto in una nota, infatti, che “il silenzio di Rocca sulla deriva della sua maggioranza sta diventando sempre più assordante. Il 26 settembre scorso abbiamo richiesto un Consiglio straordinario alla sua presenza per riferire in Aula su una crisi che va avanti dall’estate scorsa e che, lungi dal risolversi, per ammissione degli stessi partiti di centrodestra, si è ulteriormente aggravata. Nel frattempo, come se niente fosse, venerdì il Consiglio è convocato sul Defr e il Collegato. Ma se Rocca si comporta come un passante invece che come il capo politico della sua maggioranza, noi non siamo dei passacarte. Considerando inaccettabile questa navigazione al buio, ci aspettiamo, quindi, di sapere quanto prima se venerdì mattina il presidente sarà in Aula o se continuerà a scappare da un confronto trasparente con le opposizioni e, a questo punto, anche con le stesse forze politiche che lo hanno portato alla guida del Lazio”.

Il consigliere regionale PD e presidente della commissione Trasparenza, Massimiliano Valeriani ha ironizzato: “Come si concluderà il confronto maschio ed eroico nella maggioranza del presidente Rocca? Chissà se Forza Italia che scalpita da mesi e rivendica un riequilibrio di rappresentanza, visto che Fratelli d’Italia esprime il presidente e il vice presidente della giunta, il super mega assessore al bilancio e agricoltura, l’assessore alla sanità, il presidente dell’aula ecc. chissà se si accontenterà di qualche delega. Urbanistica? Ma non è tutto a posto con i garage abitabili, i condoni e zero regole nelle zone agricole? Cinema? Non c’è dubbio che questa sia una delega importante, pesante e incisiva. Certo sarebbe più organica se venisse accorpata ai circhi e agli spettacoli dal vivo- ha aggiunto Valeriani- Una crisi burletta che ha prodotto sin qui il sequestro della Regione Lazio, che da fine luglio è chiusa per rissa e schiamazzi molesti. Speriamo che venerdì il presidente Rocca ci spieghi bene cosa sta succedendo e se ce la fanno a governare in queste condizioni”.

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