“Alla notizia del ricorso proposto al TAR da parte della FIC contro la delibera consiliare votata ad ampia maggioranza il 12 agosto scorso mi preme spendermi in doverose precisazioni anche per fornire elementi di maggiore chiarezza e comprensibilità sulla posizione che il sottoscritto, in qualità di Consigliere Comunale di minoranza, si è venuto a trovare anche relativamente alle dichiarazioni del Sindaco Mosca riguardanti la natura di questa delibera, in quanto ho ravvisato una serie di imprecisioni. La delibera consiliare è un atto di indirizzo in cui sono state inserite salvaguardie ben precise e dettagliate suggerite e volute dal sottoscritto e recepite e condivise anche dalla minoranza, propedeutiche nella procedura dello scioglimento definitivo del Comitato MMXX”. È quanto si legge in una nota firmata dal consigliere Maurizio Lucci, che prosegue:
“La delibera votata in Consiglio invitava il Sindaco di procedere con lo scioglimento previa verifica di eventuali contratti ed obbligazioni esistenti e relativi eventuali obblighi di risarcimento a carico dell’Ente e nell’eventualità comunicandoli in Consiglio Comunale. Una clausola di salvaguardia prevista nella procedura per tutelare maggiormente l’ente da eventuali ricorsi o procedimenti di risarcimento danni. Durante il dibattimento ho anche sottolineato l’importanza di non abbandonare l’occasione e l’opportunità di ospitare gare future cercando, trovando e sottoscrivendo accordi, anche per un sostegno economico, con Federazioni, regione e provincia che bypassassero il Comitato MMXX che si andava a sciogliere perché ritenevo un danno per la città chiudere a priori la stagione delle gare di Canottaggio che ha visto e consentito a Sabaudia di affacciarsi sul panorama sportivo internazionale.
Queste clausole e precisazioni erano e sono parti integranti della delibera in oggetto ma alla luce dei fatti non sono state tenute in debita considerazione in quanto il Sindaco Mosca ha ritenuto di procedere con la chiusura definitiva del Comitato MMXX non rispettando ogni singolo emendamento presente nell’atto di indirizzo che è piuttosto un atto amministrativo con una precisa rilevanza di attuazione e di realizzazione ma considerandolo piuttosto una “carta bianca” che gli garantiva una piena autorizzazione e totale autonomia di manovra. Si è preferito imporre una linea assertiva e decisionista che ha generato un braccio di ferro che non serve e non aiuta la città ma soprattutto perché il muro contro muro che si è innescato rischia di causare ricadute non solo di immagine ma anche con ripercussioni economiche rilevanti ai danni della città soprattutto per il ricorso promosso dal FIC che, anche alla luce di nuovi elementi emersi nel frattempo, ne contesta la legittimità”.