Satnam Singh poteva essere salvato. È quanto emerge dai primi risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di “Navi”, il 31enne bracciante indiano morto lo scorso 19 giugno all’ospedale San Camillo dopo il ricovero in seguito al terribile incidente sul lavoro avvenuto nelle campagne di Borgo Santa Maria. L’uomo sarebbe morto per dissanguamento dopo due giorni di agonia, in seguito al fatto che un macchinario avvolgiplastica gli aveva strappato il braccio.
Dopo l’incidente Satnam era stato abbandonato nelle vicinanze del luogo dove viveva e solo in quel momento è stato lanciato l’allarme ai soccorsi, con un’eliambulanza intervenuta per trasportato nel nosocomio di Roma.
Intanto non si placa l’eco della vicenda. Dopo la manifestazione della Cgil dello scorso sabato, nella giornata di domani, martedì 25 giugno, scenderà in piazza anche la Cisl con un nuovo momento di raccolta contro il caporalato.