“In consiglio comunale il centrodestra ha abbandonato l’aula in occasione della discussione sullo Ius scholae, come dispetto per il fatto che la minoranza aveva deciso di non partecipare al voto su una mozione relativa alla ex Slm”. Così in una nota i gruppi consiliari di Lbc, M5S e Pd commentano quanto accaduto oggi nel consiglio comunale. “Sulla mozione relativa alla Slm presentata dalla maggioranza – chiariscono i consiglieri – Era stato proposto un emendamento dalle opposizioni, ma nella riunione dei capigruppo non si è trovato un accordo e il centrodestra ha proposto un suo emendamento. Abbiamo dunque dichiarato che, pur condividendo in linea di principio l’importanza di questo bene patrimoniale, ritenevamo necessario che fossero chiariti gli obiettivi, le progettualità e la sostenibilità dell’operazione proposta, prima di percorrere la via dell’acquisizione. Dato che questo non è stato accettato abbiamo preferito non partecipare al voto uscendo dall’aula. Al momento della votazione il sistema elettronico ha quindi rilevato l’assenza del numero legale, che ovviamente era onere fosse mantenuto dai consiglieri della maggioranza. Per tutta risposta ad una loro evidente mancanza c’è stata l’uscita dall’aula del centrodestra al momento della discussione della mozione sullo Ius Scholae”.
“Per l’ennesima volta la destra usa l’arroganza dei numeri per piegare le istituzioni a suo piacimento – continuano i consiglieri – In questo modo si è impedita la discussione di una mozione delle forze di minoranza, comportandosi in maniera infantile e usando la forza per fare un dispetto. La caduta del numero legale si verifica sempre più spesso. E’ capitato nell’ultimo consiglio ed è capitato di nuovo oggi. Questo atteggiamento testimonia un modo irresponsabile di concepire il proprio ruolo di amministratori e scarso senso delle istituzioni. I lavori del consiglio comunale non possono essere ostaggio di chi usa forza dei numeri per limitare l’attività delle opposizioni e al tempo stesso non ha la responsabilità di tenere il numero legale neanche sulle proprie proposte”.