L’amministrazione comunale ha proceduto alla messa in mora dell’avvocato esterno incaricato di difendere il Comune di Aprilia dinnanzi alla Corte di Cassazione, relativamente alla legittimità dell’esproprio dell’area che ospita il parco di via dei Mille. Una decisione quella comunicata dal sindaco di Aprilia Lanfranco Principi in occasione della commissione affari generali, contenzioso e finanze presieduta dalla consigliera Maria Teresa Fiore, maturata a tutela dell’ente, dopo un’attenta ricostruzione dell’iter giudiziario e legata in particolare alla dichiarazione di improcedibilità del ricorso in Cassazione proposto dal Comune di Aprilia contro la sentenza 4874/2018, che condannava l’ente a risarcire la Costruzioni Civili Aprilia srl per 9 milioni 278 mila euro, cifra che lievita a circa 20 milioni di euro tenendo conto della rivalutazione Istat e degli interessi di mora.
È tutt’ora in corso la trattativa con il privato per cercare una soluzione ritenuta idonea sia dal creditore che dall’ente, ma nel frattempo il Primo Cittadino ha comunicato di aver provveduto all’avvio della procedura di messa in mora nei confronti legale esterno incaricato dall’ente, poiché la sentenza conclusiva del giudizio del 2023 ha riconosciuto l’improcedibilità per l’impossibilità dichiarata dalla Corte di Cassazione di valutare la tempestività del ricorso in assenza della prova di notifica all’interno del fascicolo depositato.
“Ci siamo ritrovati a dover gestire una vicenda risalente a oltre 40 anni fa – ha sottolineato il sindaco Lanfranco Principi – un iter giudiziario lungo e intricato che si è concluso nel 2023. Rispetto alla responsabilità del legale, ho ritenuto non ci fosse dolo ma colpa grave da parte dell’avvocato incaricato dal Comune di Aprilia, pertanto ho provveduto alla messa in mora, a rivalerci sulla polizza assicurativa per un valore di circa 5 milioni di euro. Attualmente stiamo cerchiamo una soluzione attraverso una trattativa con la società che soddisfi l’interesse delle parti in causa. Confidiamo si riesca a trovare un accordo, per risparmiare alla città l’ipotesi di un lungo dissesto”.