Home Attualità Sermoneta promuove il “turismo di ritorno”

Sermoneta promuove il “turismo di ritorno”

Il progetto è rivolto ai connazionali residenti all’estero e agli oltre 70 milioni di seconda, terza e quarta generazione

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Promuovere Sermoneta all’estero favorendone la visita da parte di cittadini stranieri ma con le loro “radici” italiane e sermonetane. Questo l’obiettivo del programma «2023 anno del turismo di ritorno: alla scoperta delle origini» a cui ha aderito l’Amministrazione comunale di Sermoneta attraverso una apposita delibera di giunta, che a tutti gli effetti è entrata a far parte del Comitato promotore dell’iniziativa «Ritorno in Italia 2023-2028», che prevede la promozione degli eventi culturali e turistici attraverso una rete di tour operator, sempre con la regia del Comitato promotore, per valorizzare e promuovere all’estero il patrimonio materiale e immateriale della città. Il “turismo di ritorno”, chiamato anche turismo genealogico, si riferisce principalmente ai discendenti di emigrati che, ricostruendo il proprio albero genealogico, tornano a visitare e a vivere i luoghi dei loro antenati.

Da uno studio condotto dall’ENIT nel 2018, il bacino potenziale teorico del cosiddetto turismo di ritorno è pari a circa 80 milioni di persone. Il progetto è rivolto ai connazionali residenti all’estero e agli oltre 70 milioni di connazionali di seconda, terza e quarta generazione che vivono in modo particolare in sud America, Canada e Stati Uniti, ma anche in Europa: attraverso la rete dei Comuni verranno promossi i maggiori eventi tradizionali per incentivare la visita di coloro che hanno origini nel nostro Paese
«Questa amministrazione fin dall’inizio del proprio mandato lavora per promuovere le eccellenze di Sermoneta, non solo del proprio patrimonio culturale ma anche enogastronomico e artigianale: questo progetto si inserisce in questo percorso e si rivolge ai connazionali all’estero”, spiega il sindaco Giuseppina Giovannoli. “Non solo: il progetto punta anche a far attivare rapporti tra le nostre imprese e le imprese dei nostri connazionali operanti all’estero, per creare sinergie capaci di creare collaborazioni stabili, joint venture, attività di internazionalizzazione”.

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