La statua che sarebbe dovuta sorgere all’interno del Belvedere di Santa Maria era legittima e per questo motivo il Comune di Sezze è stato condannato a risarcire le spese legali a Don Massimiliano Di Pastina, a Ferruccio Pantalfini, che quella statua l’aveva costruita su commissione, e a Simone Leva, titolare della ditta che aveva eseguito i lavori all’interno del belvedere per vederseli interrotti dallo stesso Comune dopo che la polemica si era iniziata ad infuocare.
Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha annullato tutti gli atti a cominciare proprio da quello che intimava la chiusura del cantiere ed il ripristino dello stato dei luoghi a carico del committente. Un tempo, peraltro, troppo lungo rispetto alla consegna di quei documenti (tra i quali la Cila) utili a poter lavorare nel rispetto delle leggi. Lo stesso Tribunale ha sollevato la questione spiegando che i documenti erano tutti regolari, decidendo quindi di annullare gli atti.
“Si configura – si legge nella sentenza – la fattispecie della responsabilità dell’amministrazione la quale, pertanto, dovrà ristorare la ricorrente di tutti i danni subiti, costituiti dalle spese sostenute. L’ordinanza impugnata è anche affetta da difetto di motivazione. Sussiste inoltre perplessità dell’azione amministrativa, che inizialmente ha recepito la donazione del ricorrente (Delibera di Giunta Comunale n. 92 del 01.06.2018) ed ha autorizzato la realizzazione e l’istallazione dell’opera; successivamente ha intimato al Sig. Di Pastina di sospendere i lavori (provvedimento n. 32 del 01.05.2019)”.
L’ente, in buona sostanza, dovrà considerare annullati tutti i suoi atti, tra i quali la sanzione per il mancato rispetto dell’ordine di demolizione. Inoltre il Comune dovrà liquidare le spese alle parti, 4mila euro, oltre all’Iva e al contributo unificato.