Sisma 2016, Rocca: “Zone colpite dal terremoto tornino a vivere, Regione al loro fianco”

"Il tempo trascorso non ha fiaccato la forza e la voglia di lottare degli straordinari abitanti", il commento di Rocca

«La notte del 24 agosto del 2016 la terra tremò nel centro Italia: un devastante terremoto causò la morte di 299 persone. Gli sfollati furono 41 mila. A otto anni da quel tragico evento la macchina della ricostruzione, non senza difficoltà e ritardi, finalmente ha impresso un colpo sull’acceleratore: la Regione Lazio sta lavorando con l’amministrazione comunale e con il Commissario Castelli per dare e fare il massimo possibile. Queste zone così ferite devono tornare a vivere. Il tempo trascorso non ha fiaccato la forza e la voglia di lottare degli straordinari abitanti di un’area del Lazio pesantemente colpita, ma che non ha mai smesso di credere nel futuro. Saremo al loro fianco, passo dopo passo»

Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

A distanza di otto anni, dalla tragica notte del terremoto del 24 agosto 2016, che ha danneggiato e colpito Amatrice e il Centro Italia, si rinnova l’impegno della Regione Lazio per una ricostruzione sicura e sostenibile in grado di valorizzare e incentivare le tradizioni dell’appennino centrale, con l’obiettivo di ridonare una piena vitalità a questo territorio.

In una giornata di silenzio e ricordo, continuano i lavori di ricostruzione pubblica e privata dell’Ufficio Speciale Ricostruzione (USR) dopo un anno di lavoro della Giunta Rocca.  Con attenzione al Centro storico di Amatrice, dove è stato attivato il Supercantiere gestito dall’Ufficio Coordinamento Cantieri (Ucc), istituito dall’USR per coordinare e facilitare la contemporanea esecuzione di opere pubbliche e private. 

«Oggi è il giorno del silenzio e, soprattutto, del rispetto per le vittime che ci hanno lasciato quella lunga notte del 24 agosto 2016. È giusto ricordarle e rinnovare il nostro impegno per una ricostruzione che miri alla valorizzazione dell’Appennino centrale, un progetto che non prevede azioni individuali, ma un lavoro corale per il bene della comunità. Oggi è il giorno del rispetto, spesso venuto meno, specialmente quando si tenta di insabbiare il lavoro trasparente che, da un anno, stiamo portando avanti. La ricostruzione non deve solo rialzare i campanili, simbolo della cultura e della storia di questi borghi, ma deve essere progettata per garantire una rigenerazione anche socioeconomica sostenibile a questi luoghi che, negli ultimi anni, purtroppo, sono stati solo simbolo di sofferenza e abbandono», ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici, alle Politiche di ricostruzione, alla Viabilità e alle Infrastrutture della Regione Lazio, Manuela Rinaldi.

«Per realizzare tutto ciò sono necessarie azioni corali, anche attraverso critiche costruttive, per ricordare costantemente chi ci ha lasciato quella notte del 24 agosto e ridare nuova vita a queste terre stupende. Dopo un anno di lavoro costante, per il quale ringrazio nuovamente i tecnici e gli uffici, finalmente la ricostruzione significa futuro. Abbiamo annunciato un anno fa che il tempo delle promesse è finito e, infatti, da molti mesi il silenzio di molti borghi del Cratere ha lasciato spazio al suono meccanico dei lavori. Dopo otto anni, con errori e abbandoni di chi ci ha preceduto, finalmente possiamo dire che la ricostruzione è iniziata», ha concluso l’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio.

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