In media in un anno ogni italiano butta 50 kg di packaging inutile, pari a 3 milioni di tonnellate di rifiuti. Cibo confezionato non equivale a migliore qualità
Consumerismo No profit si schiera a favore della proposta dell’Unione Europea di vietare frutta e verdura confezionata nei negozi per quantità inferiori a 1,5 kg, e ricorda come gli imballaggi inutili rappresentino un danno per l’ambiente oltre che un costo per i consumatori.
“Riteniamo corretta la proposta di vietare confezioni monouso di insalata così come le vaschette di fragole o le arance in rete – spiega il presidente Luigi Gabriele –. Questo perché gli imballaggi da un lato rappresentano un costo per i consumatori, dall’altro non garantiscono la conservazione degli alimenti né la loro qualità. Spesso un frutto o un vegetale contenuto in una confezione di plastica chiusa o in una vaschetta deperisce più velocemente di un prodotto acquistato sfuso e conservato aperto in frigorifero”.
“Basti pensare che ogni anno un italiano getta nella spazzatura in media 50 kg di packaging inutile (carta, plastica, pellicole trasparenti, ecc.), producendo solo nel nostro paese un totale di 3 milioni di tonnellate di rifiuti che potrebbero essere ridotte sensibilmente grazie alla proposta dell’Ue – prosegue Gabriele – Al contempo, però, è necessario vigilare sui prezzi al dettaglio, perché la misura chiesta dall’Unione Europea potrebbe determinare alterazioni del mercato a danno dei consumatori”.