Nuovo capitolo del caso che ha visto coinvolto il preside del Liceo Scientifico Majorana ed i parenti di una alunna. Come si ricorderà, nei giorni scorsi il dirigente aveva disposto una circolare interna con la quale si imponeva agli alunni di consegnare i telefoni cellulari prima della lezione, un po’ come si faceva nel vecchio west, dove per entrare nel saloon bisognava consegnare le armi… Telefoni che sarebbero stati riconsegnati a fine ora. Una delle studentesse, però, si è ribellata a tal punto da essere spedita dal preside. Nel frattempo, però, ha telefonato a casa. A scuola si sono presentati il padre ed il fratello con intenzioni per niente amichevoli, tanto che è stato necessario l’arrivo a scuola di 118 e polizia anche se, a quanto pare, non ci siano stati feriti ma solo degli strattoni ed uso di parole offensive. Sono state le parole del padre della quindicenne, riportate da molti organi di stampa, ad indurre il dirigente, Domenico Aversano, a fare chiarezza in una lettera aperta che vi riportiamo integralmente.
La lettera
“Spett.li Genitori e studenti,
Vi scrivo per spiegare quanto accaduto nella giornata di ieri e ribattere alle affermazioni che il signor D’A. ha fatto circolare sulle varie chat e che sono state, poi, riprese dagli organi di stampa locali.
Circa l’uso dei cellulari a scuola, mi preme chiarire che il Ministero già dal 2007, con la Direttiva ministeriale n. 30 del 15 marzo, vietava l’uso di detti strumenti in quanto si contravveniva alle disposizioni del DPR 249/98 (Statuto delle studentesse e degli studenti) che, tra i doveri degli studenti, prevede che essi:
● Assolvano assiduamente agli impegni di studio durante gli orari di lezione;
● Tengano comportamenti rispettosi degli altri;
● Osservino le disposizioni organizzative dettate dai regolamenti d’istituto.
“la violazione di tali doveri comporta, quindi, l’irrogazione di sanzioni disciplinari appositamente individuate da ciascuna istituzione scolastica, nell’ambito della sua autonomia, in sede di regolamentazione d’istituto”.
Con una successiva Direttiva (104/2007) il ministero tornava sul tema, questa volta focalizzandosi sull’uso di questi dispositivi allo scopo di “acquisire o divulgare immagini, filmati o registrazioni”, nell’intento di tutelare il diritto alla riservatezza dei soggetti ripresi.
Nel Piano Nazionale Scuola Digitale, il ministero si è aperto al cosiddetto BYOD (Bring Your Own Device), ossia alla possibilità di utilizzare i cellulari per scopo didattico.
Nel 2017 è stata, poi, varata la Legge 71 del 29 maggio, che impone alle istituzioni scolastiche di intervenire nel caso in cui si verificassero fenomeni di Cyberbullismo.
Alla luce di tutte le disposizioni sopra richiamate e di numerosi episodi spiacevoli che si sono verificati a causa di un uso improprio del telefono cellulare, è stata emanata la circolare prot. n. 9248 del 14 ottobre in cui si invitavano gli studenti a consegnare i cellulari al docente (da custodire sulla cattedra in vista) e a riprenderli, se necessario, per uso didattico.
Circa l’affermazione sulla responsabilità in merito alla custodia del telefono, il sig. D’A. dovrebbe sapere che il c.c. all’art. 2051 disciplina la responsabilità delle cose in custodia, attribuendo al custode la responsabilità del danneggiamento o dello smarrimento delle cose affidate (Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito).
È chiaro che tale responsabilità non può però essere imputata al docente, ma all’istituzione scolastica nel nome e per conto della quale il docente agisce. Quindi, nel caso di furto o danneggiamento del cellulare, l’Istituto Majorana non sarebbe venuto meno alle sue responsabilità.
Circa quanto attiene al virgolettato “piegarsi al sistema” faccio presente che non sono parole della professoressa Santoro, bensì della persona entrata a scuola minacciando tutti, che ha insultato la professoressa con epiteti irripetibili e le ha dato della “serva del sistema”. A questo proposito vorrei ribadire che questo famigerato “sistema” è quello che ci consente di vivere in maniera libera; che, se abbiamo scelto di vivere in uno “Stato Associazione”, consegnando lo “Stato Predatore” ai modelli del passato, dobbiamo accettare una serie di regole che ci consentano di difenderci dai soprusi, ma che ci fermano nei momenti in cui andiamo ad intaccare le sfere di libertà altrui. Conosco la professoressa Santoro da tre anni, è stata la vicaria del Majorana per tanti anni e si è sempre contraddistinta per l’attenzione nei confronti di tutti gli studenti in difficoltà, ha attivato da due anni uno sportello di Coaching per ascoltare e venire incontro alle esigenze degli studenti e non ha mai vessato nessuno.
Per quanto attiene alle vicende che mi hanno visto coinvolto, preciso che non ero a conoscenza di nulla in quanto ero impegnato con un’altra docente e con un genitore, sono stato chiamato dal personale di reception in quanto c’erano delle persone che si erano presentate a scuola urlando, minacciando di chiamare polizia e 118 e affermando che stavamo vessando la studentessa. Queste persone hanno avuto un comportamento aggressivo, sono stato aggredito verbalmente e fisicamente e, pertanto, mi riservo di tutelarmi nelle sedi opportune.
Cordiali saluti.
Latina, 18 ottobre 2022 Il Dirigente Scolastico
Prof. Domenico Aversano”