“La vicenda che tocca il nuovo centro commerciale a ridosso della SS Pontina, in via del Lido, appare per molti versi grottesca e rappresenta un brutto e inaccettabile colpo per l’occupazione e per tante famiglie. Dopo l’apertura di una delle tre medie strutture di vendita, è arrivato il provvedimento che ne ordina la chiusura. Faccio alcune considerazioni senza entrare nel merito delle motivazioni, perché, secondo me, se si arriva a dare l’ok ad una struttura in questo caso commerciale non si può farla chiudere o impedirne l’apertura. Di certo non possiamo lasciare sul territorio un’altra ‘Cattedrale chiusa’. Questo diventa anche un deterrente per eventuali futuri investitori sul nostro territorio. Ripeto non ne conosco le motivazioni, qualcuno parla di distanza dalla complanare. Forse ci si dimentica che su quel tratto di strada ci sono altre attività (per fortuna) che ne usufruiscono? C’è chi invece parla di altre motivazioni. Purtroppo, spiace constatare che non è la prima volta che si verificano situazioni simili. Nel recente passato è accaduto ad altre strutture commerciali importanti”.
Lo dichiara in una nota Enrico Tiero, vice portavoce regionale di FdI e presidente della commissione Sviluppo economico e Attività produttive del Consiglio regionale del Lazio.
“Non c’è da essere per niente contenti di questa situazione. Quando si chiudono delle attività, si deve pensare alle conseguenze negative per tanti soggetti: dagli imprenditori ai lavoratori, passando per i cittadini consumatori. Vorrei ricordare che è la stessa Costituzione all’art. 41 a definire che “l’iniziativa economica privata è libera” e, purché non si svolga in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, deve essere tutelata.
Inoltre, secondo la disciplina dell’Unione Europea e nazionale in materia di concorrenza, libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi, costituisce principio generale dell’ordinamento nazionale la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi altra natura, esclusi quelli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori, dell’ambiente, ivi incluso l’ambiente urbano, e dei beni culturali.
Che colpa ha il privato, se nel rispetto delle leggi, decide di costruire su un’area edificabile? Certo, il ruolo del soggetto pubblico è un altro, ovvero quello di concertare, autorizzare e di vigilare sulla regolarità di quanto viene fatto. Ma bisogna assumere sempre decisioni ragionevoli, che vadano incontro alle esigenze di tutta la comunità. Qualcuno ha forse paura della concorrenza?
Vorrei infine ricordare come sia ampiamente sancita l’incompatibilità con l’ordinamento europeo e con i principi costituzionali in materia di libertà di impresa, dei limiti quali per esempio il rispetto di distanze minime tra attività commerciali. Ci tengo a sottolineare che con la liberalizzazione si punta ad incrementare il livello di concorrenzialità dei mercati ed a permettere ad un maggior numero di operatori di competere. Considero dannosi gli ostacoli alle dinamiche del mercato che vanno a detrimento degli interessi delle imprese e dei consumatori. Bisogna ricordare sempre questi principi.
Per quanto mi riguarda esprimo solidarietà e vicinanza ad imprese, lavoratori e alle loro famiglie per la chiusura o mancata apertura delle attività commerciali. Mi auguro che su questa vicenda si pensi davvero a fare gli interessi della comunità. Ad oggi registro come escano sconfitti imprese, lavoratori, famiglie e consumatori. Una pessima notizia per tutta la città di Latina”.