Secondo appuntamento con le “Le parole dei talenti”, la rassegna letteraria a cura di Marco Checchinato e Angelo Tozzi che ogni giovedì ospita, alle ore 18 al bar Poeta di Latina, un autore della provincia. Questa volta sarà il turno del filosofo pontino Mauro Cascio e del suo “Un pozzo di Abati e di Principi”, un racconto ambientato in una Catania che diventa scenario in cui si muovono personaggi bizzarri: avvocati, ingegneri, architetti. A muovere i fili della trama anche un giudice intransigente che ascolta e interagisce con un’umanità disperata.
“Un pozzo di abati e di principi, cioè, è una narrazione talmente sgangherata, nella sua feroce logica, che vanno bene pure occhi distratti. Potrebbe piacere, mettiamola così, a tutti” le parole utilizzate da Mauro Cascio a La Voce Repubblicana, della quale è coordinatore di direzione: “Perché, dentro, c’è il mondo. Questo pozzo è una cosa da cercare, ci sta il viaggio e l’avventura, ma è anche una storia d’amore che lo impone e lo esige, un amore di cui non si è mai degni, che ti ferisce, ti taglia, ti brucia e tu ne vuoi sempre di più, più ti uccide e più vuoi essere ucciso, più cerchi di preparare l’altare del sacrificio, il tuo. Cercare un pozzo però significa anche cercare un’ispirazione che non c’è. E pensa questo quanto complica se con l’ispirazione ci devi campare. E vorresti metter su famiglia. E se famiglia la vuoi mettere con quella dell’altare, del sacrificio, eccetera. Ma un viaggio del genere sarebbe ruvido e prevedibile, e allora ho voluto strafare, ho voluto metterci dei compagni di viaggio, che sono buffi, folli, perché non saprei come descrivere meglio la vita. Se la filosofia è comprensione, questo è un racconto filosofico” aggiunge Cascio a proposito del suo ultimo romanzo, per molti il più riuscito della sua produzione letteraria: “È un libro che, con la scusa di Cavazzoni, ti ci mette in mezzo Hegel che oggi va su tutto. Il Logos si posa sulle cose e si tratta di capire che non ci sono cose senza la mia comprensione delle cose. Quindi leggere questo libro vuol dire porsi in viaggio e conoscere gente, e cercare, e sperare, e ridere, e pensare, e maledire. Vi prometto poesia e silenzio. Non saprei aggiungere altro. Facciamo una cosa. Leggetevelo. E ditemelo voi. Se ne valeva la pena. E perché”.
Appuntamento dunque giovedì 29 febbraio, alle ore 18 al bar Poeta, in piazza del Popolo 12, a Latina, con il secondo autore ospite della rassegna nata per creare un gruppo di lavoro per quegli scrittori che vogliono proporre attività culturali e letterarie a Latina; concedendo, al contempo, l’opportunità a quelli meno conosciuti dal grande pubblico di avere il risalto che meritano, divenendo il loro strumento di espressione e permettendogli di avere la giusta visibilità, uniti tutti insieme in un unico contenitore che valorizzi ed esalti tutte le opere.