“Cronaca di un sequestro di nuovo annunciato. Questo è il commento che viene automatico fornire dopo la sentenza della Corte di Cassazione che, su sollecitazione da parte della Procura, ha annullato il dissequestro deciso a suo tempo dal Tar, riconoscendo quindi che quell’area nota come variante Q3 è un complesso commerciale tout court, ottenuto aggirando le disposizioni normative vigenti”.
Lo dichiara in una nota Pina Cochi, consigliere comunale Lega del Comune di Latina.
“Va espressamente ricordato e sottolineato che il partito della Lega già nel 2018 aveva portato avanti una battaglia rispetto all’iter seguito da Lbc e i suoi alleati per l’apertura di quel ‘centro commerciale’, proprio perché vi erano solidi sospetti di non conformità sul percorso amministrativo e legale intrapreso: si ricorderà, infatti, che la Lega contestò anche con toni aspri che quel passaggio amministrativo che concedeva l’area a un’apertura espressamente commerciale non era avvenuta all’interno dell’assise comunale ma che si era limitata ad essere approvata nelle segrete stanze di una decisione eseguita in giunta, arrogandosi il diritto di trasformare la destinazione d’uso di quell’area da alberghiera a piccola e media distribuzione. “Se all’epoca non siamo stati ascoltati con i nostri dubbi, le nostre interrogazioni e le nostre rimostranze, ecco che oggi, amministrando la città, ci troviamo a subire quella forzatura politica e amministrativa, poiché il Comune di Latina ne paga le conseguenze, anche a livello di immagine. Così mentre Lbc continua a diramare comunicati e far rimbalzare post social in cui si vanta di aver raggiunto grandi risultati in città attraverso l’ottenimento di fondi in ambito Pnrr, questa eredità ricca e florida come si vorrebbe far credere viene invece testimoniata da una problematica importante come la variante Q3. Infatti, quanto accaduto assume una rilevanza gravissima, poiché da una parte si è creato l’ennesimo ecomostro che insiste sulla città di Latina e dall’altra si è illuso un gruppo nutrito di risorse umane, soprattutto giovani, che avevano trovato collocazione lavorativa in tre grandi gruppi imprenditoriali (McDonald’s, Eurospin e Maurys). Ora cosa resta da fare? Seguendo sempre i nostri principi di legalità e trasparenza, dobbiamo risolvere una questione spinosissima che ricade ancora una volta sulla collettività e sul territorio, proprio perché abbiamo assistito inermi a una forzatura di voler trasformare un’area non seguendo i vincoli urbanistici”.