L’assessore all’Urbanistica del Comune di Latina, Annalisa Muzio, chiarisce in merito alla vicenda di via Piave. È doveroso – dichiara – fare alcune precisazioni in merito al cantiere di via Piave, in seguito agli articoli apparsi sulla stampa e all’interrogazione presentata dalla minoranza. Come prima cosa occorre chiarire che il permesso a costruire non è stato annullato, cosa poteva essere fatta semmai in autotutela durante la passata consiliatura, prima dell’emissione dell’ordinanza di demolizione, così come ribadito dal Tar.
La stessa ordinanza di demolizione è stata annullata dal Tar. In secondo luogo, il permesso a costruire, ai sensi dell’articolo 15, comma 2 e 4, del DPR 380/2001 è ancora valido, in quanto il fabbricato, al momento del sequestro, era definito ai sensi dell’articolo 31, comma 2 della legge 47/85 e dello stesso DPR 380/2001, ed il mancato complemento è dipeso dalle indagini e dal successivo sequestro. Vicenda penale, come noto, ormai definita e archiviata. Per le opere di completamento, che riguardano ad esempio pavimenti e infissi, è stata presentata una Scia ai sensi del predetto articolo 15 del DPR 380/2001, che prevede tra l’altro anche il completamento della sistemazione esterna dell’area già prevista nel progetto originale.
Infine, il Comune di Latina non ha impugnato davanti al Consiglio di Stato la sentenza del Tar sulla demolizione in quanto, andare in secondo grado, avrebbe significato esporre l’ente a una condanna per risarcimento dei danni ai quali la società Piave Costruzioni ha rinunciato. In ogni caso – conclude Muzio – stupisce che Lbc faccia interrogazioni su questo punto in quanto il metodo utilizzato dagli uffici, assolutamente legittimo e trasparente e rispettoso della normativa e della sentenza del Tar, è analogo a quello utilizzato per la ben nota a Lbc vicenda di via Roccagorga sulla quale invece Lbc non ha inteso sollevare alcuna osservazione”.