Home Cronaca Violenza di genere, le vittime di femminicidio sono il 34% di tutte...

Violenza di genere, le vittime di femminicidio sono il 34% di tutte le donne uccise in Italia

Questo quanto emerge dai dati raccolti dalle Direzione centrale anticrimine. Un fenomeno trasversale, che riguarda ogni area sociale

- Pubblicità -
- Pubblicità -

Dai dati raccolti dalle Direzione centrale anticrimine, che ricostruiscono ogni singolo evento analizzando il movente dell’omicidio, emerge che le vittime di “femminicidio” sono il 34% di tutte le donne uccise, (gennaio-novembre 2021/gennaio-novembre 2022); nello stesso periodo, il numero di femminicidi si rivela in forte diminuzione (-26,1%), più di un quarto in meno rispetto all’anno scorso; è fortemente significativo, inoltre, che nello stesso periodo gli ammonimenti siano aumentati della metà.     

La violenza contro le donne basata sul genere è un fenomeno complesso, caratterizzato da atteggiamenti contraddittori da parte delle persone coinvolte. Spesso le vittime “esitano” a rivolgersi alle Forze di polizia perché si trovano in situazioni psicologicamente traumatiche che comportano indecisioni dettate dalla paura. Non di rado, la persona abusata tende anche a giustificare comportamenti aggressivi del partner o ex partner.

Le donne vittime di violenza, anche quando si rivolgono ad un ufficio di polizia per chiedere aiuto, dimostrano di avere bisogno di tempo per prendere consapevolezza. E si tratta di un fenomeno trasversale, che riguarda ogni area sociale. Lo scopo delle campagne portate avanti dalla Polizia di Stato è quello di informare tutti i cittadini, per non rischiare di “normalizzare” le tragedie, per non lasciare spiragli ad alcuna giustificazione della violenza e dare la forza alle vittime di chiedere aiuto. Perché, come ha detto il capo della Polizia -direttore generale della Pubblica Sicurezza in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, “Il silenzio aiuta l’aguzzino e mai la vittima”.

Reati del Codice Rosso

L’Italia non ha una previsione penale specifica che disciplina la violenza di genere. La normativa punisce i reati di violenza sessuale, stalking o atti persecutori e la violenza domestica.

Con la legge del “codice rosso” sono state inasprite le pene di diversi reati e sono state introdotte 4 nuove fattispecie di reato: la diffusione illecita di immagini, o video sessualmente espliciti (revenge porn); la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti; la costrizione o induzione al matrimonio; la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Un reato di violenza di genere che non ha una specifica disciplina normativa, ma che nell’accezione comune è riconosciuto come l’estrema manifestazione della violenza contro le donne è appunto il “femminicidio”.

Il femminicidio

Quando si parla di femminicidio, il termine definisce un evento che altrimenti rischierebbe di rimanere invisibile, perché si parla di donne uccise per aver messo in discussione il loro ruolo, “donne uccise in quanto donne, o perché non sono le donne che la società vorrebbe che fossero”, secondo la definizione della Convenzione di Istanbul. Il termine è mutuato dalla criminologia per indicare gli omicidi basati sul genere (discriminatori), commessi da un uomo. Vi rientrano non solo gli omicidi di donne commessi da partner o ex partner, ma anche di ragazze uccise dai padri perché rifiutano un matrimonio imposto o il controllo ossessivo sulle loro vite.

“Ogni volta che ci troviamo di fronte a un femminicidio, continuiamo a domandarci se quel coltello, quella pistola, quelle mani, potevano essere fermate. Per quale motivo non ci siamo riusciti, anche se abbiamo ascoltato ogni singola richiesta di aiuto di quella povera vittima e, talvolta, siamo arrivati a comprenderne anche il silenzio. – Così il Prefetto Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine – La sfida contro il femminicidio si gioca esclusivamente nel campo della prevenzione; nessuna sterile tendenza a evidenziare statisticamente l’aumento del numero degli arresti per questo crimine potrà mai incidere davvero sul fenomeno”.

- Pubblicità -
Exit mobile version