“Il tema sulla violenza di genere è purtroppo un fenomeno strutturale e tutt’altro che in calo.
Il rafforzamento delle capacità di intervento delle forze dell’ordine, l’inasprimento delle pene ed il supporto alle vittime di violenza non basta a limitare efficacemente un fenomeno così strutturale.
Con interventi formativi sul lavoro, negli spazi pubblici e soprattutto rivolti all’educazione nelle scuole. Per insegnare a bambini e ragazzi un approccio sano e rispettoso alle relazioni affettive e sessuali. E gli strumenti per proteggere sé stessi e gli altri” lo afferma Chiara Caiola, assessore comunale di Sermoneta tra il 2018 e il 2019.
“Alcuni enti territoriali hanno già adottato ulteriori determinazioni legislative finalizzate ad attuare e rendere efficaci i principi delineati dalla Convenzione di Istanbul e dalle altre normative internazionali ed hanno potenziato e migliorato gli standard organizzativi e strutturali dei servizi specializzati nella prevenzione e gestione della violenza di genere contro le donne. Il Comune di Sermoneta ha avuto negli anni passati, in questa direzione, un finanziamento con il quale ha ristrutturato una abitazione confiscata alla mala. È stata trasformata nella sede della Polizia Municipale, utile sicuramente ma non vocata allo scopo per il quale aveva avuto il finanziamento. Occorre un intervento “culturale educativo e di prevenzione” profondo e deciso. Ritengo che il tema debba essere discusso in Consiglio Comunale e portato alla attenzione del Distretto Socio Sanitario, delle strutture statali e locali sopra richiamate al fine di addivenire a specifici “protocolli di intesa”: con le Autorità Scolastiche e l’Istituto Comprensivo di Sermoneta, il Distretto Socio Sanitario, le Autorità di Pubblica Sicurezza.
Il ruolo delle politiche sociali ed il tema dell’integrazione fra servizi nel garantire un’azione efficace del welfare a livello nazionale e locale, è un tema che riveste un’importanza sempre maggiore nell’ attuale contesto sociale. Il Piano di Zona, con il quale vengono definite le politiche sociali e socio-sanitarie rivolte alla popolazione dell’ambito territoriale coincidente con il distretto sanitario.
Programmare e condividere sono i primi passi verso la creazione e attuazione di un progetto sociale a beneficio e supporto del territorio. Eppure è sempre più evidente come proprio un sistema integrato “territoriale” tra servizi sanitari e sociali sia l’unica strada per garantire ai cittadini un “diritto”. Quello alla salute e alla assistenza, “costituzionalmente” garantito.
La Amm.ne Comunale continua a non condividere e a subire la programmazione degli altri, visto come ha accettato, nel Piano firmato nell’agosto 2021, che questo territorio non debba avere nessuna struttura Socio-Sanitaria e l’unica prevista ( il Poliambulatorio di Latina Scalo) è previsto in ristrutturazione ma non aperto h24. Una popolazione, tra Latina Scalo, Sermoneta e Norma, di 30 mila abitanti ( il doppio di Pontinia che fa parte dello stesso Piano di Zona) che deve continuare a ricorrere al Pronto Soccorso di Latina. Che il Piano di Zona 2024-2026 venga discusso in Consiglio Comunale e Condiviso non è né un opzional né una concessione, ma un “dovere” di ogni Pubblica Amministrazione”.