Una buca delle lettere in cui lasciare messaggi con le proprie emozioni. La firma non è fondamentale, purché il maestro in palestra possa leggere quello che vivono i giovanissimi pugili. Il bullismo si combatte anche così, in casa della nobile arte, ingiustamente considerata uno sport violento. La Boxe Latina è tra le dieci società europee, che ha intrapreso il percorso di Ethical Sport, progetto finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche della Famiglia, realizzato dall’associazione di promozione sociale Konsumer Italia e Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile, che ha come partner la Federazione Pugilistica Italiana. Alla fine del percorso la società Boxe Latina, nata nel 1956, riceverà una certificazione antibullismo, la UNI/PdR 42:2018, strumento essenziale per prevenire e contrastare il fenomeno, promuovendo un ambiente sportivo sano. Il bando vinto dal progetto Ethical Sport era non a caso per la prevenzione e contrasto della violenza tra pari nel mondo dello sport.


Da marzo a maggio, i tecnici hanno affrontato 8 sessioni da 5 ore ciascuna per comprendere a pieno il ruolo guida e di formazione all’interno di un contesto sportivo, fondamentale per intervenire e prevenire fenomeni di bullismo. Il secondo passo del progetto è quello di arrivare agli atleti e alle famiglie. È iniziata così una serie di incontri a cadenza ciclica, dal titolo “Vuota il sacco”, in cui gli atleti e genitori incontrano l’avvocato Giorgia Venerandi, project leader di Ethical sport e consigliere dell’Osservatorio Nazionale Bullismo e Disagio Giovanile. Incontro che si è tenuto a bordo ring anche alla Boxe Latina, cui hanno partecipato in tre momenti differenti bambine e bambini dai 5 ai 12 anni, ragazze e ragazzi dai 13 ai 17 anni e a seguire i soli genitori.
Visione di filmati, riflessione ad alta voce, pensieri scritti. “La risposta è stata altissima, anche dei bambini più piccoli, per i quali non è stato necessario tirare fuori la valigetta per colori e collage, che sempre porto con me se mi rendo conto che l’attenzione si può abbassare. Dietro vedo un grande lavoro da parte dello staff della Boxe Latina”. E la prima impressione post incontro dell’avvocato Giorgia Venerandi, che va subito al dunque del progetto: “Non è solo una campagna di sensibilizzazione, ma di emersione del fenomeno. Tanti casi di bullismo emergono proprio nel corso di questi incontri, in cui i ragazzi mi confidano le loro esperienze. L’obiettivo è quello di imparare a comunicare le proprie emozioni, viverle con consapevolezza e conoscere anche quelle degli altri. Il rischio è di rimanere sganciati dalle proprie emozioni, che non possiamo trasmettere solo con le emoticon, perché così facendo, l’emozione rimane dentro di noi.
È un processo di alfabetizzazione emotiva, alla base del contrasto al bullismo”. Secondo passaggio il ruolo dei tecnici: “I ragazzi devono fidarsi di noi adulti e quando non ci sono i genitori, ecco il fondamentale apporto degli insegnanti in palestra. Abbiamo scelto il pugilato per le sue regole e la disciplina, partendo dal presupposto che quello che si impara qui deve rimanere sul ring.” In conclusione: “Sono pillole di legalità, che continueremo a dispensare”. Una giornata di forti valori per la Boxe Latina, che nel percorso di crescita dei piccoli atleti ha una delle sue linee guida essenziali: “Ci inorgoglisce essere stati indicati dalla FPI come società per il progetto Ethical Sport – commenta il presidente della Boxe Latina Maria Stella Prezioso –, i nostri tecnici sapranno svolgere molto bene il ruolo guida necessario, insieme alle famiglie, a tutela dei ragazzi. E noi nel tempo abbiamo costruito una grande famiglia”.